Amministratori con sempre maggiori incombenze ma senza riconoscimenti – Francesco Schena – Il Sole 24 Ore

RASSEGNA STAMPA DEL 04.01.2017:
Quotidiano del Sole 24 Ore – CONDOMINIO

Amministratori con sempre maggiori incombenze ma senza riconoscimenti

di Francesco Schena
Quella dell’amministratore di condominio è una professione destinata, almeno per ora, a rimanere relegata ad un rango minore rispetto al panorama delle professioni nel nostro Paese. Un rango inferiore non per incombenze e responsabilità, bensì per i soli riconoscimenti.
Con la Legge di Stabilità 2017 e il DM 01 dicembre 2016 del MiSE, gli impegni per gli Amministratori aumentano sempre di più, in perfetta continuità con un preciso disegno introdotto con la finanzairia del 1997 che vide il condominio rivestire la qualità di sostituo d’imposta dal primo gennaio 1998. Un susseguirsi incessante di novità, specialmente fiscali, che hanno fatto dell’amministratore di condominio il miglior alleato dello Stato in tema di controllo dell’evasione fiscale nel comparto condominiale, dal versamento delle ritenute alle verifiche sulle detrazioni fiscali in tema di ristrutturazioni edilizie e risparmio energetico.
Ritenute, certificazioni, dichiarazioni, attestazioni, invii telematici, modelli di ogni sorta, sanzioni di ogni tipo, quadro AC, quadro K, dichiarazioni, tracciabilità e chi più ne ha più ne metta. Per passare poi dalle responsabilità in materia di sicurezza sul lavoro e finire con il codice penale. Insomma, sembra proprio che lo Stato sia talmente sicuro delle competenze e della professionalità degli Amministratori che non esita un istante ad oberarlo di scadenze e pesi di ogni natura pur di utilizzarlo a proprio uso e consumo a sentinella dei propri interessi.
Ma i riconoscimenti? Tentativi ce ne sono stati, con la legge di riforma del condominio prima e con l’introduzione del DM formazione dopo, ma si è trattato di sforzi timidi se non a tratti goffi. Una riforma senza coraggio che consente ancora oggi a condòmini impreparati di amministrare il proprio edificio e a dopolavoristi improvvisati e tuttologi di arrotondare le proprie entrate amministrando condomini in maniera a dir poco discutibile. Un decreto formazione che oltre ad essere nato già vecchio nei suoi contenuti consente anche a controllori e controllati di fare quello che meglio credono, realizzando corsifici e fabbriche di dilettanti allo sbaraglio.
Arriveranno presto altre incombenze che renderanno quello dell’amministratore un mestiere sempre più difficile, ne possiamo essere certi, ma quello che manca – e chissà per quanto tempo ancora – è una vera agnizione del professionista, sì, perché quello che sembra é che sia il Legislatore che il mercato stentino proprio ad accorgersi di questa professionalità che svolge un incarico oramai decisivo per la nostra società. Un fisco pronto a reclamare un amministratore puntuale e ipercompetente, così come un cliente pronto a lamentarsi per una telefonata non presa o a scaricare sull’amministratore le colpe di suoi oscuri e sconosciuti tormenti. Leggi concepite male e scritte peggio ma che occorre interpretare e rispettare, clienti pronti a sotituirlo per cinquanta centesimi in meno all’anno oltraggiando la sua competenza e preparazione. Insomma, tutti con il fucile puntato – compreso qualche pseudorevisore venuto dal nulla – su quel povero professionista che se potesse mollerebbe tutto e manderebbe al diavolo tutto e tutti ma non può farlo, per ragioni economiche, perchè reinventarsi non è facile o soltanto perché nonostante tutto e tutti è ancora capace di amare il suo lavoro.
Se dunque le responsabilità e gli oneri non fanno fatica ad arrivare, occorre che a strapparsi i meritati riconoscimenti sia la stessa categoria, senza aspettare che sia lo Stato ad intervenire. No alle guerre tra poveri con la corsa al maggior ribasso per poi cedere alle “lusinghe” dei fornitori, sì a remunerazioni dignitose. No ai veleni sui social per aggredire il collega e fare polemica su un granello di sabbia, si alla solidarietà, al rispetto e alla critica costruttiva. No alle trincee tra le associazioni, si al dialogo e al fronte comune. No alle fabbriche degli improvvisati, si ai percorsi di qualifcazione seri e adeguati. Si al rispetto del cliente, no alle umiliazioni.
E allora forse i riconoscimenti arriveranno, ma soltanto se gli amministratori di condominio avranno il coraggio di crederci.


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Post Author: Arco