COMUNICATO STAMPA DEL 07.11.2017 – Il manifesto politico-programmatico di ARCO.

La scelta di ARCO di aprire agli Amministratori di condominio, comunicata lo scorso 30 ottobre, affonda le sue ragioni in un documento politico-programmatico già condiviso in seno al Congresso del 23 ottobre 2017.

La figura del Revisore della contabilità condominiale.

Nel corso degli ultimi anni (post legge n. 220), la società civile del mondo del condominio ha dato corso a numerose manifestazioni di interesse verso tale nuova figura. Hanno affrontato il tema sia le Rappresentanze della Proprietà che quelle degli Amministratori di condominio oltre a recenti Rappresentanze nate proprio in capo a questa nuova attività.

L’esperienza registrata da ARCO è, nel complesso, molto negativa: troppe le storture assegnate alle funzioni del Revisore, molte le perplessità infondate da parte di alcune associazioni di Amministratori, dilagante la cultura dell’antagonismo, spesso strumentale l’uso della figura da parte dei condomini. Alla stregua di quanto occorso negli ultimi decenni a danno della categoria degli Amministratori, anche per i Revisori sono arrivati presto corsi di formazione inadeguati e assai poco strutturati. Il risultato finale a cui oggi assistiamo è, dunque, inaccettabile.

È necessaria un’azione politico-culturale che possa correggere le così tante anomalie manifestate e riportare, così, il confronto sui giusti profili di discussione: il revisore della contabilità condominiale deve essere visto come una figura di garanzia da una parte e come un livello di specializzazione professionale ulteriore dell’Amministratore dall’altra. L’alta formazione è inevitabile così come la diffusione di una informazione corretta, ineluttabile alla rettifica di luoghi comuni e stereotipi infondati ma diffusi.

Va osteggiata non solo la propagazione dell’improvvisazione, ma anche quella della presunzione: nessuna categoria professionale può dirsi adeguata o titolare di riserve alcune sull’esercizio della revisione contabile condominiale senza una preliminare formazione specifica che guardi non solo ad un vasto patrimonio di conoscenze giuridiche e teoriche ma anche ad attività pratiche e applicative di specie, sconosciute a chi non ha mai masticato la materia condominiale.

Un percorso identitario forte per gli Amministratori di condominio.

Nell’ormai lontano quanto anacronistico 1993, l’Antitrust ebbe a dichiarare inesistenti le ragioni per cui istituire l’Albo degli Amministratori che, per di più, avrebbe rappresentato, sempre secondo l’Agenzia, anche un ostacolo alla libera concorrenza.

A distanza di 24 anni, il quadro non solo sociale ma normativo e finanziario di riferimento è radicalmente cambiato e le considerazioni di allora non troverebbero, oggi, alcuna coerenza. Dal codice penale alle leggi speciali, dalle norme tributarie al nuovo codice civile, l’odierna funzione sociale dell’Amministratore riemerge completamente rinnovata ed ampiamente gravata.

Si può ancora sostenere l’assenza di un interesse pubblico da tutelare? A parere di chi scrive, no. E, ancora, davvero possiamo credere che bastino 72 ore a formare un professionista con tali e variegati campi d’azione e responsabilità?

Ma il risultato politico è un aspetto dell’argomento, lo strumento per arrivarvi altro.

L’interesse di ARCO è quello di lavorare ad un percorso di accesso alla professione che sia idoneo a riconoscere alla categoria degli Amministratori l’adeguata e meritata considerazione sociale. Troppi dopolavoristi, doppiolavoristi, improvvisati e incontrollati rendono il mercato violento e sleale. Se la soluzione sia l’istituzione di un Albo è difficile a dirsi ma sicuramente è necessario consegnare a questa figura professionale una identità forte e debitamente considerata dall’Utenza e a questa facilmente riconoscibile.

La legge n. 4/2013 e il DM 140/2014, così come concepiti, si sono rivelati un tracollo rispetto alle ambizioni proclamate. Sono assai diffusi i casi di Responsabili Scientifici e Formatori privi dei requisiti di legge e il tentativo di assegnare al mercato l’onere della selezione è fallito miseramente. La Clientela non sa né cosa sia la legge sulle professioni senz’Albo né le interessa saperlo.

Vanno arginati con interventi fermi e netti i retaggi culturali che guardano alla figura dell’Amministratore come ad una professione che chiunque possa svolgere, svuotata di responsabilità e non meritevole di dignità.

ARCO si impegnerà politicamente in questo senso e comincia a farlo inserendo l’equo compenso nel proprio codice etico (cosa diversa dal tariffario minimo) e la riserva delle cariche interne ai soli professionisti che svolgono la professione di Amministratore e/o Revisore Contabile Condominiale in via esclusiva.

Basta con l’egemonia culturale delle Professioni Ordinistiche che da anni “soffoca” il pieno sviluppo identitario degli Amministratori. Si alla simbiosi, ma con una collocazione paritaria sia normativa che culturale e nel rispetto delle rispettive prerogative.

La formazione resta un nostro elemento informatore continuo: abbiamo ideato un percorso universitario di tre anni in “Real Estate Management” i cui contenuti e accordi saranno presto resi pubblici. Al termine del primo anno (60 CFU) l’associato ARCO potrà sostenere l’esame di idoneità all’attività di Amministratore di condominio. Al termine del secondo (altri 60CFU) potrà sostenere l’esame di idoneità all’attività di Revisore Contabile Condominiale. Il completamento del terzo anno accademico gli consentirà di divenire un moderno manager immobiliare, con competenze di alto profilo, strategiche, imprenditoriali, di profilo internazionale e in linea con i tempi attuali e del prossimo futuro.

Percorso, questo, che converge con il nostro obiettivo di medio termine di portare alla laurea in Real Estate Management tutti gli iscritti, agevolandone i costi e concorrendo con propri Formatori al progetto universitario. Dal primo gennaio 2025, infatti, l’accesso ad ARCO sarà riservato ai soli laureati.

L’auspicio è che un Legislatore più lungimirante condivida presto il nostro spirito e le nostre aspettative. Non si vuole l’Albo? Nulla quaestio, a noi interessano i risultati e non gli strumenti per ottenerli: professionisti seriamente formati, etica, competenza e controlli severi. Allo Stato la scelta del “come”.

Il Professionista al centro delle attenzioni di ARCO.

Verrebbe facile chiedersi il perché dell’ennesima associazione. La risposta è semplice: ARCO c’è per cambiare lo status quo, senza alcuna rassegnazione rispetto ad uno stato dell’arte delle cose che mortifica gli amministratori, costringendo loro a responsabilità numerose e pesanti senza un corrispettivo riconoscimento sociale e con magre consolazioni economiche. Azione politica, alta formazione, etica, assistenza, consulenza: sono queste le leve che azionerà ARCO, ponendo l’associato sempre al centro delle proprie attenzioni.

Francesco Schena,
Presidente nazionale.
Roma, 07 novembre 2017
Ufficio Stampa ARCO

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Post Author: Arco